Il LAIC – Laboratorio di Avvocati-Investigatori-Criminologi nasce il 18 settembre 2017: sono stato onorato di annunciarlo sul Sito della Società Italiana di Criminologia e all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, che ringrazio.

Il nostro pensiero

  1. Perché, innanzitutto, la parola Laboratorio? Il nostro intento è di rendere l’idea del passaggio dalla teoria all’azione e, segnatamente, di rendere operativa la legge 397/2000 sulle investigazioni difensive, anche attraverso un costruttivo dialogo professionale tra le figure dell’avvocato, dell’investigatore privato e del criminologo.
  2. Questi tre soggetti, pure presenti nel nome dell’Associazione, non sono altro che i protagonisti dell’art. 327 bis c.p.p. sull’attività investigativa del difensore.
  3. Nasce così l’avvocato-investigatore (difensivo) che, adempiendo alle proprie funzioni con disciplina ed onore, concretizza il diritto – dell’imputato e della persona offesa – di difendersi: prima conoscendo, poi decidendo consapevolmente e infine, eventualmente, provando.
  4. Vi è, tuttavia, un punto di crisi dell’agibilità della legge citata, riconducibile ad una mancanza di cultura dell’investigazione privata: le indagini private, e soprattutto il ruolo dell’investigatore privato, richiedono infatti un completamento di “mentalità” da parte di tutti gli operatori della giustizia, nella progressione a considerarlo il consulente difensivo della prova (Spangher).
  5. Crediamo pertanto in una Difesa “informata”, ispirandoci al metodo proprio dell’Intelligence: un’attività di ricerca, di raccolta, di valutazione, di elaborazione e di analisi di notizie per trasformarle in informazioni e costruire così basi di conoscenza per decisioni processuali.
  6. In questo quadro che funzione riveste il criminologo? Premesso che quest’ultimo è colui il quale, studiando le cause e le dinamiche dei delitti, contribuisce ad individuare le condizioni affinché i diversi operatori presenti possano incrociare le proprie competenze, ai nostri fini rileva la figura del consulente tecnico-criminologo, indispensabile quando sono necessarie specifiche competenze (art. 327 bis c.p.p.).
  7. Uno dei nostri modelli di riferimento è la Scuola Positiva del diritto penale, che si propose come una scienza complessiva del reato, capace come tale di spiegarne le cause e di suggerire i rimedi per contrastarlo: essa, di conseguenza, si oppose alla frantumazione del sapere intorno al reato.
  8. In questa prospettiva, va rivalutata l’intima connessione fra diritto penale sostanziale e diritto penale processuale; infatti, fuori del processo penale non è possibile alcuna esperienza giuridico-penale, ed è un errore progettare riforme processuali indipendenti dalla riforma delle leggi penali sostanziali. Non è un caso la perennità delle riforme francesi del 1808-1810 – anni in cui il code d’instruction criminelle e il code pénal videro la luce in un contesto progettuale unitario – come pure che il nostro codice di rito del 1930 abbia dimostrato una vitalità ignota ai suoi antecedenti del 1865 e del 1913, avulsi da una stretta connessione progettuale con il codice sostanziale (Vinciguerra).
  9. L’obiettivo del LAIC? In primo luogo approfondire il ruolo della Difesa “informata”, evidenziando le potenzialità di avvocati-investigatori-criminologi. In secondo luogo ricercare un metodo investigativo, ove sarebbe in realtà opportuno parlare di “metodi investigativi”, in quanto ciascun delitto richiede, a nostro avviso, una specifica tecnica di indagine (per tutte le nostre finalità, v. lo Statuto). Si potranno costruire metodi investigativi scientifici, dal momento che quasi sempre l’idea arriva in modo casuale ed è imprevedibile nel suo contenuto (il che rinvia alle misteriose strade della creazione e dell’invenzione)? Saranno di aiuto gli algoritmi? Quel che è chiaro, per il momento, è che il primo passo è allenare una mente aperta, attenta, pronta ad abbandonare i propri pregiudizi e a superare i propri limiti, per cogliere il filo nascosto delle cose.

Prof. Avv. Simone Ferrari (Fondatore e Presidente LAIC)

Traduzione di Marco Chiappini

Our mindset

  1. Why, first of all, the word Laboratory? Our intention is to give an idea of the passage from theory to action and, in particular, to make law 397/2000 on defensive investigations operative, also through a constructive professional dialogue between the figures of the lawyer, private investigator and criminologist.
  2. These three subjects, also present in the name of the Association, are none other than the protagonists of the art. 327 bis c.p.p. on the investigative activity of the defender.
  3. Thus was born the lawyer-investigator (defensive) who, carrying out its functions with discipline and honor, actualizes the right – of the accused and of the wronged – to defend: first knowing, then deciding consciously and finally, possibly, trying.
  4. There is, however, a critical point of the practicability of the cited law, which can be traced back to a lack of culture of private investigation: the private investigations, and above all, the role of the private investigator, require, in fact, a completion of “mentality” on the part of all the operators of the justice system, in the progression to consider him as the defensive consultant of the trial (Spangher).
  5. We believe, therefore, in an “informed” Defence, inspired by the method proper to the Intelligence: an activity of research, collection, evaluation, elaboration and analysis of information to transform it into information and thus build bases of knowledge for procedural decisions.
  6. In this context, what is the function of the criminologist? Considering that the latter is the one who, by studying the causes and dynamics of the crimes, contributes to identify the conditions so that the various operators present can cross their own competences, for our purposes, he points out the figure of the technical-criminological consultant, essential when specific competences are necessary (art. 327 bis c.p.p.).
  7. One of our models of reference is the Positive School of criminal law, which is proposed as a comprehensive science of crime, capable as such of explaining the causes and suggesting remedies to combat it: it, as a result, opposed the shattering of knowledge about the crime.
  8. In this perspective, the intimate connection between substantive criminal law and procedural criminal law must be re-evaluated; in fact, outside the criminal trial, no criminal-legal experience is possible, and it is a mistake to plan procedural reforms independent of the reform of substantive criminal laws. It is no coincidence that the French reforms of 1808-1810 – the years in which the code d’instruction criminelle and the code pénal saw the light of day in a unified design context – were permanent, as was the fact that our code of rite of 1930 demonstrated a vitality unknown to its antecedents of 1865 and 1913, detached from a close design connection with the code of substance (Vinciguerra).
  9. The objective of the LAIC? First of all, to deepen the role of the “informed” Defense, highlighting the potential of lawyers-investigators-criminologists. In the second place, to search for an investigative method, where it would actually be opportune to speak of “investigative methods”, in that each crime requires, in our opinion, a specific technique of investigation (for all our purposes, see the Statute). Will it be possible to construct scientific investigative methods, since the idea almost always comes randomly and is unpredictable in its content (which refers to the mysterious paths of creation and invention)? Will algorithms help? What is clear, for now, is that the first step is to train an open mind, attentive, ready to abandon their prejudices and overcome their limits, to grasp the hidden thread of things.

Simone Ferrari (Founder and President of LAIC)

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