Circa Micol Molino
Nata a Trieste il 29 marzo 1991. Dopo aver conseguito la maturità scientifica presso il Liceo scientifico Galileo Galilei, mi sono laureata a pieni voti in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Trieste, discutendo una tesi in Diritto Penale dal titolo “Il reato di diffamazione nell’ordinamento italiano: dalle sollecitazioni della Corte EDU alle prospettive di riforma”. Durante gli studi universitari ho scelto di approfondire il settore penalistico, sostenendo esami inerenti i delitti contro la persona e il patrimonio, la criminologia e l’esecuzione penale.
Successivamente, ho frequentato il Master di II Livello in Scienze Forensi (Criminologia, Investigazioni, Security e Intelligence) presso l’Università di Roma “La Sapienza”, che mi ha permesso di conseguire il titolo di criminologa. Durante il Master ho avuto la possibilità di approfondire la tematica delle investigazioni di polizia nei “delitti passionali” e attualmente sono socia della Società Italiana di Criminologia. Dopo tanti anni passati a studiare il diritto da un punto di vista teorico, il mio interesse si è sempre più radicato nel mondo pratico e concreto delle investigazioni. Quando mi trovo davanti alla commissione di un delitto ciò che mi affascina maggiormente è cercare di ricostruirne la criminogenesi e la criminodinamica. Oltre al dato oggettivo dal quale nessun buon investigatore può prescindere, ciò che affascina maggiormente è l’aspetto psicologico: qual è il movente? Cosa può aver spinto un uomo a privare un suo simile della vita, il bene più prezioso che ci è stato concesso? Proprio per questo le mie indagini sono volte ad approfondire anche la vita dell’autore del reato, il suo pensiero, il suo trascorso, al fine di ricostruire le ragioni che possono averlo spinto a commettere il delitto. Nel corso dei miei studi ho potuto osservare come il mondo delle investigazioni ha avuto un’evoluzione incredibile: alla luce delle sofisticate modalità di commissione dei delitti, per poter risolvere un caso è necessario affiancare agli occhi esperti dell’investigatore le nuove tecniche di indagine legate al settore della genetica, della biologia e dell’informatica.
È proprio grazie a questi nuovi strumenti che gli investigatori e le forze di polizia sono in grado di decifrare quelli che, a prima vista, possono sembrare delitti perfetti; tramite la riapertura delle indagini, tali strumenti possono anche portare ad una soluzione dei c.d. "cold case".