Presentazione di Mario Deganello
È con sincera gioia che ho immediatamente aderito alla benemerita iniziativa di cui al nostro Presidente di pubblicare, sul Sito dell’Associazione, l’elaborato “magistrale” (di nome e di fatto…) di Laurea della dottoressa CHIARA DANNA. A tale riguardo voglio fare precedere qualche breve considerazione a margine dei contenuti “disciplinari” della Tesi che, in corso d’opera, indirizzavo alla allora laureanda e, oggi, discreta e gentile amica … del resto chi ben mi frequenta sa che amo “celiare” (il che permette di “abbreviare l’agonia”, tanto per parafrasare MARCO PANTANI – del motivo della rievocazione del “Pirata” avrete, a breve, piena cognizione).
La prima risale al luglio 2021 a latere di una intervenuta correzione: “Oggi ho seguito una tappa “epica” del Tour de France che ha “consacrato” ad immenso campione – se mai ve ne fosse ancora necessità di riscontro – Tadej Pogacar (fra l’altro, quasi Suo coetaneo essendo nato a settembre del 1998). Ebbene: per quanto il paragone possa sembrare “blasfemo” Lei, Chiara, è il Pogacar fra i miei tesisti – un’autentica “fuoriclasse” con tutti, nondimeno, i “difetti” di cui alla naivetè dell’età (per Lei la “disseminazione” incontrollata delle virgole; per il “fenomeno” sloveno la moltiplica non in asse, ad esempio). Brava brava brava!!!”.
La seconda, invece, significativamente intitolata “The last hurrah”, riconduce all’agosto, sempre di quell’anno, a sintesi di un invidiabile cursus honorum: “Eccomi, carissima, ad epilogo di “acribica”, certosina, revisione dell’opus … Ho effettuato qualche “aggraziamento” grafico-espressivo, ho “censurato” qualche mal disposto rinvio interno, ho sollevato qualche interrogativo laddove l’incedere “riflessivo” dell’elaborato mi sembrava meritevole di sottolineatura. Nondimeno, ed al postutto, diversamente da quel che usualmente accade ad esito di una lettura definitiva (stanchezza e deja vu/deja lu fanno orientare per “inopinate”, ed a volte pur anche “feroci”, critiche), qui il giudizio rimane quello a più riprese manifestatosi, anzi “rafforzandosi” in me il convincimento che Ella sia un “dono dal cielo” (“stupefacenti”, a dir poco, Appendice Normativa, Linee guida – ne “inverta” l’ordine espositivo, fra l’altro – e Bibliografia). Voglio, nondimeno, soggiungere qualcosa a “margine” del bellissimo ringraziamento che indirizza a Federico” (la Sua ‘altra metà del cielo’) “(per quel che mi attiene sono io a dovere ringraziare, non so chi, invero, per il “privilegio” di averLa avuta come Tesista). Gabriele D’Annunzio che, al di là di alcune “esuberanze vitalistiche”, era un genio non solo letterario ma finanche politico (la Carta del Carnaro, legge fondamentale della Repubblica fiumana, sebbene non mandata ad effetto personalmente dal Vate, identifica, in alcuni tratti, uno dei documenti costituzionali più sorprendenti dell’era contemporanea), giustamente assumeva (a differenza di quel che la “vulgata” ad uso degli “stolti” trasmette, id est “fare della propria vita un’opera d’arte”) che “bisogna fare della propria vita come si fa un’opera d’arte. Bisogna che la vita d’un uomo d’intelletto sia opera di lui. La superiorità vera è tutta qui” – auguro, di tutto cuore, che ad Ella ed a Federico sia consentito realizzare tutto ciò!”.
Nell’auspicio che CHIARA non sia eccessivamente turbata da quanto precede muovo in rassegna, per capita, sull’oggetto della Tesi. La dissertazione, scandita in tre capitoli, è votata alla disamina del“L’audizione del minore nel processo penale per adulti: vulnerabilità e diversificazione dei metodi di intervista in rapporto alle varie fasce di età”.
Il primo, dall’accattivante Rubrica “UNO, NESSUNO E CENTOMILA”: POLIEDRICHE RISORSE DI TUTELA E PROTEZIONE PER IL MINORE “VITTIMA VULNERABILE” TRA CONVENZIONI INTERNAZIONALI, INDICAZIONI SOVRANAZIONALI ED APORIE NAZIONALI, tratteggia, in un ordito ammirabile, la dimensione internazionale, nonché quella macro-regionale europea, volte all’implementazione, quale soggetto di diritto, dell’infradiciottenne, riconoscendone valenze e prospettive, al contempo stigmatizzando l’usuale neghittosità giusta cui il legislatore interno adempie alle “direttive” ab externo provenienti; il secondo, LE MODALITÀ DI AUDIZIONE DEL MINORE NEL SISTEMA PROCESSUALPENALISTICO ITALIANO: LE SCELTE DEL CODICE DI RITO NELL’INCONTRO/SCONTRO CON LA FRAGILITÀ PROBATORIA DEL DICHIARANTE “DEBOLE”, ripartito in due sezioni autonome (‘Fase predibattimentale’ e ‘Fase del contraddittorio’), documenta dell’incessante (e, a volte, non compiutamente “governato”) succedersi normativo da un canto valorizzando l’essenzialità del ricorso all’esperto (nello specifico “in psicologia o in psichiatria infantile”) ad ausilio del giudicante dall’altro significando le modalità con cui si fornisce la “parola” al minore: di tal che il focus inevitabile su ‘esame attutito’, su ‘esame protetto’ e su ‘esame schermato’ (beninteso: sempre nel rispetto della formazione della prova nel contraddittorio delle parti innanzi a giudice terzo ed imparziale); l’ultimo – METODICHE DI INTERVISTA E TECNICHE DI ACQUISIZIONE DELLE DICHIARAZIONI RESE DAL MINORENNE: UN ASSETTO COMPOSITO TRA RISCHIO DI SUGGESTIONE, ESIGENZE DI ATTENDIBILITÀ E RISPETTO DELLA DEONTOLOGIA – nel quale, attingendo a piene mani al sapere extrapenale (in primis a quello di cui alla scienza psicologica), una volta predisposto l’adeguato setting di riferimento, si pianifica e si “modalizza” la raccolta di informazioni nel rispetto delle esigenze proprie dell’under age: a detto proposito ci si orienta, eminentemente, sulla Step-Wise Interview, sulla Intervista Cognitiva e sulla Intervista Strutturata. A complemento (ma solo grafico-topografico…) di quest’ultima verifica la dottoressa DANNA, raccogliendo una sollecitazione (melius, una provocazione vera e propria) del Relatore, “declina” proprie Linee Guida (caratterizzate, nell’intendimento della proponente, da natura precettiva e non, come da tradizione, suggestiva ovvero “mero insieme di indicazioni di tipo metodico prive del carattere della tassatività e della vincolatività”) in tema di ascolto del minore nel processo penale per adulti: esse, articolate in 15 punti, si impongono per solidità di argomenti per originalità di tratto e per limpidezza espressiva – nulla da invidiare a “protocolli” ben più invalsi come, tanto per esemplificare, la cosiddetta ‘Carta di Noto’).
Un prodotto, quello di cui si è stati, per mero accidens, fortunato lettore, che viene a contrassegnarsi per compiutezza esemplare tanto più dacché assistito da attitudine al ragionare (ed allo scrivere) “giuridico” quasi inquietante se si pon mente alla giovane età dell’allora laureanda. Ben vero ciò che consigliava l’Immaginifico, laonde per cui: “
Torino, 13 aprile 2023
Danna