di Pierpaolo De Pasquale

Sono stati resi noti i risultati di un recente sondaggio realizzato dall’Unicef e dal Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite sulla violenza contro i bambini: i dati raccolti fanno emergere che 1 giovane su 3 in 30 Paesi ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo online, mentre 1 su 5 ha dichiarato di aver saltato la scuola a causa del cyberbullismo e della violenza subita.

Bullismo online che non coinvolge soltanto i bambini provenienti da famiglie con alto reddito ma anche “compagni di classe” di Paesi dal basso reddito, come per esempio dell’Africa subsahariana dove il 34% dei rispondenti ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo online. Ma il dato che più di tutti fa riflettere per la sua portata dirompente è quel 39% che ha dichiarato di sapere che esistono gruppi privati online all’interno della comunità scolastica, in cui i bambini condividono informazioni sui loro coetanei a scopo di bullismo.

Secondo il Direttore Generale dell’Unicef Henrietta Fore “avere classi ‘connesse’ significa che la scuola non finisce più quando l’alunno esce dall’aula e, sfortunatamente, non finisce nemmeno il bullismo scolastico. Nell’anno del trentesimo anniversario della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, dobbiamo assicurarci che i diritti dei bambini siano in prima linea nella sicurezza digitale e nelle politiche di protezione”.

L’Unicef Italia, in tema di prevenzione, con particolare attenzione al tema del bullismo e del cyberbullismo, ha elaborato – in collaborazione con Unicef Malesia, DiGi e Telenor Group – una guida per i genitori su come parlare di Internet ai figli, sull’uso e sulle misure di sicurezza quando i loro bambini sono online. Dove e in quale modo i nostri figli trascorrono il loro tempo online? Come li proteggiamo dai predatori? Dal cyberbullismo e dai contenuti dannosi e inappropriati? Quali altri rischi si trovano ad affrontare? Quali risorse sono disponibili? Come parliamo ai nostri figli di Internet?

Per l’Unicef è bene che i genitori ritornino ad essere protagonisti di “nuove responsabilità” attraverso la conoscenza, il dialogo e la condivisione.