di Simone Ferrari

Il Prefetto di Firenze, in una lettera aperta alla stampa del 2 aprile 2020, ha manifestato preoccupazione perché alcune delle attuali restrizioni adottate per contenere la diffusione del coronavirus possono comportare situazioni di grave disagio in ambito familiare: “mi riferisco, in particolare, alla riduzione dei contatti sociali e alla convivenza prolungata in spazi abitativi ristretti, condizioni che possono aumentare gli episodi di violenza domestica. In questi drammatici frangenti, i soggetti più deboli come le donne e i minori hanno difficoltà a chiedere aiuto ai servizi sociali o alle forze dell’ordine, perché impediti dall’isolamento forzato o scoraggiati dalla presenza in casa di familiari inclini ai maltrattamenti. Per dare sostegno e protezione si aggiunge ora uno strumento molto utile. Si tratta di ‘YouPol‘, l’app della Polizia di Stato”.

In riferimento alla descritta situazione, di seguito qualche breve cenno alla cifra oscura del crimine, che è il divario tra i reati commessi e quelli conosciuti (v. F. Mantovani, Diritto penale, Settima edizione, Cedam, 2011, 609; S. Vinciguerra, Principi di criminologia, Quarta edizione, Cedam, 2013, 84).

Il numero oscuro, pressoché inconsistente rispetto ai reati più gravi (es.: omicidio) e non trascurabile rispetto ad altri (es.: reati sessuali), diviene più elevato via via che si passa ai reati più comuni (es.: piccoli furti), che sono i meno soggetti a denuncia.

Fattori:

  • volontà della vittima di reati sessuali di sottrarsi alla non gradita pubblicità che la coinvolgerebbe;
  • tolleranza sociale;
  • timore di ritorsioni da parte dell’autore o dei suoi fiancheggiatori (App. Milano, 23 gennaio 1998: “… si deve tenere conto se una denuncia da proporre contro soggetti dalla personalità prevaricatrice, apparentemente intoccabili e dotati di poteri contrassegnati da ampia discrezionalità, si prospetti inefficace, difficile da provare nella sua fondatezza e tale, comunque, da esporre al rischio di condotte ritorsive da parte dei denunciati”);
  • grado di efficienza dell’Autorità nel controllo del territorio;
  • meccanismi di selezione dei fatti da perseguire (inclinazioni del momento, opportunità non motivate e non motivabili, predilezioni ideologiche del pubblico ministero, scelte della polizia quanto meno nel momento in cui deve decidere in che direzione impiegare le proprie forze di indagine e di scoperta dei rei).

Implicazioni: il numero oscuro

  • rende difficile accertare la vera composizione della criminalità e le sue reali tendenze, distorce la nostra conoscenza dei criminali (le ricerche consentirebbero di inferire che la criminalità non costituisce il comportamento di una ristretta minoranza, ma il comportamento di larghi strati della nostra società);
  • rende poco realista l’atteggiamento della società verso i criminali, il crimine e la pena, e condiziona l’effetto deterrente della punizione (il rispetto della legge diminuisce con l’aumentare dell’impunità);
  • impatta sulla legge (abolirla, modificarla, mantenerla, rafforzarla?); la cifra oscura rende più complessa e cauta la valutazione dell’andamento della criminalità desunta dalle statistiche ufficiali e la sua area può essere guidata (spostata, diminuita o ampliata) con le opportune scelte nella politica repressiva.