di L.C.
Riduzione in schiavitù, maltrattamenti, esercizio abusivo della professione medica, violenze sessuali: questi sono solo alcuni dei delitti perpetrati dai leader delle sette distruttive, conosciute anche come psico-sette.
Quando leggiamo sui giornali la parola “sette”, viene spesso in mente il demonio e tutto ciò che è collegato al mondo delle sette sataniche e dell’occultismo; in realtà in Italia vi è un fenomeno molto più pericoloso e dilagante, quello appunto delle psico-sette.
Visti dall’esterno, questi gruppi possono comunicare tranquillità e innocuità, ma per chi aderisce ad una psico-setta la situazione è notevolmente diversa. Sui media compaiono frequentemente articoli riguardanti le azioni delle Forze dell’Ordine, volte a sgominare questa tipologia di setta, con un particolare riferimento alla squadra anti sette della Polizia di Stato. È importante quindi conoscere più adeguatamente i caratteri distintivi di questi gruppi chiusi e distruttivi.
Le psico-sette, in linea generale, fanno leva sui propri adepti assicurando l’aumento del proprio potenziale umano, ossia la possibilità di sfruttare la percentuale del nostro cervello che rimane dormiente. I leader di questi gruppi attirano persone vulnerabili, che stanno attraversando periodi di crisi: si riescono così ad imporre in maniera velata alcune volontà, come ad esempio l’allontanamento dalla famiglia e dagli amici, nonché le “donazioni” in favore del gruppo, sia di denaro sia di beni mobili e immobili.
Le pratiche poste in essere dal leader e dai suoi luogotenenti per soggiogare sempre di più gli adepti della setta sono particolarmente subdole: basti pensare alla tecnica dell’iperventilazione. Questo processo si mette in atto durante le riunioni fra gli adepti e il leader, e si attua attraverso canti e urla a squarciagola di salmodie; in questo modo l’adepto, attraverso l’iperventilazione, perderà i sensi e al suo risveglio crederà di aver vissuto un’esperienza extrasensoriale.
Un’altra feroce tecnica adoperata dal capo della setta può consistere nell’alterazione della realtà: in questo caso l’adepto non riesce a rendersi conto se è giorno oppure notte (tramite uso eccessivo o privazione di luce), e le sue difese fisiche vengono annientate con la privazione di cibo.
Proprio oggi, 14 marzo 2018, i media hanno riportato la notizia dello smantellamento di una psico-setta, un gruppo che professava la dieta macrobiotica come unica soluzione alle malattie e ai malanni fisici. Apprendiamo come il leader di questo gruppo abbia fatto forza sui punti deboli degli adepti, la così detta “the other way”, una soluzione alternativa alla medicina tradizionale: le vittime si sono ritrovate in una rete dalla quale era difficile uscire.
Liberarsi autonomamente da questo tipo di setta è altresì pericoloso: occorre l’aiuto delle Forze dell’Ordine e di alcune associazioni che proteggono l’adepto.